lunedì 8 aprile 2024

La sposa, mi sembra di conoscerla…

 Guarda, nonno Piero, che bella la sposa!

 Davvero. Mi sembra di conoscerla…

Piero, in che anno siamo?

Mah, nel 2010?

No, nel 2024! 

Sono del ’37, allora ho... 87 ANNI!!  

Ternate VA, si sposa la Franci, figlia di amici. Il confuso interlocutore – ma implacabile aritmetico – è suo nonno materno.

        Al mattino, all’Abbazia di Morimondo MI, eravamo appena entrati in chiesa, credevamo anche di essere in ritardo, ci siamo seduti nei primi posti liberi. Davanti a noi una famigliola: mamma, figlia, papà.  La grande chiesa si riempie, la sposa milanese arriva con un ritardo mai visto e, forse, programmato, perché nessuno protesta. La bambina davanti a noi, da seduta, si gira sembra completamente a suo agio. Ci accorgiamo che ha un handicap grave, non parla. Vuole coccole, ne vuole in continuazione, i genitori non dicono niente, non si voltano nemmeno, tranne una volta, per chiedere scusa. Di fianco a noi entrano nel banco due signore e un uomo. Lui bacia appassionatamente la mano alla ragazzina che ha un feeling particolare con la signora di mezzo e con noi.


         Un coro grandissimo va a occupare lo spazio dietro l’altare. Sui banchi il libretto della cerimonia con liturgia e canti.  Ce ne sono tanti, molti di più di una celebrazione “convenzionale”. Sono stampati anche gli articoli del codice civile sul matrimonio (magari ero distratto, ma non mi pare che la legislatura venga letta a tutti gli sposalizi…). Giornata con tanto sole, nel cuore della primavera, con temperature quasi estive, in uno dei posti più belli della Padania. Tantissimi giovani. Tra questi, con vestito lungo e compresa nella sua particolare funzione, Anna la sorellina della sposa.

Siamo d’accordo che, non appena daranno il via, 

i primi antipasti li darete a noi, visto che siamo arrivati 

davanti a tutti nel tragitto Morimondo-Ternate? (65 km)

        In effetti tra ritardo, cerimonia lunga, tantissimi invitati (baci, abbracci) e strada non breve a fianco del Ticino, il tempo era volato. Alla fine della cerimonia la moglie – che ha sempre avuto un senso pratico molto potente – consiglia di non aspettare l’uscita degli sposi ma di incamminarci verso il rinfresco. Temeva anche di perdere la strada. Ho dovuto rassicurarla: per via del cicloturismo, quelle strade le conosco come quelle del paesello. Al parco della Voliera Reale arriviamo primi con distacco. Così ci mangiamo, senza vergogna, con la complicità delle gentili cameriere del catering, le prime portate evitando la coda. Ore 15!!

         La Franci e il Matteo, durante la cerimonia, fanno 2 robe insolite, approvate e anticipate dal celebrante. Matteo arpeggia sulla chitarra e lei canta (benissimo) il Salve Regina in portoghese. Poi, in ultimo, con strascico, va a dirigere il corone, quello degli universitari di Comunione e Liberazione, come ha fatto ufficialmente per quasi due anni. Adesso non ha più le credenziali, è medico e specializzanda in genetica medica.

         Tra gli invitati si notano tante persone in difficoltà: down, gente in carrozzella e non situazioni temporanee. A tavola si scopre che i genitori dello sposo fanno una cosa strana. Hanno una casa famiglia: quattro figli naturali (tra questi Matteo) e 5 altri tra adottati, affidati e ospiti. L’ultima, Cloe, un microbo di colored (mi dicono che “negretta” è passibile di causa civile) che a turno allattano e adorano. Abitano nella pianura bergamasca, vicino all’autostrada per Venezia. Abituati ad accogliere, ecco perché tanti in parte abili.

         Andiamo a vedere la composizione dei tavoli, anche perché siamo un po’ stranieri e conosciamo, forse, il 4% dei duecento invitati. Siamo, con nostro stupore, a un tavolo prestigioso con i genitori della sposa, nonni materni, barba e magne (zii e zie).  Da un bel po’ di matrimoni ci siamo resi conto che la moda attuale è sempre la stessa. Si cerca un catering, questi offrono una lista di siti (ville, castelli, parchi con ripari in caso di burrasca), si sceglie quello più adatto. Salvo tempeste gli aperitivi vengono serviti in giardino con una montagna di finger food (cibi da mangiare con le mani). Poi si passa al ristorante. Lì si sta il tempo per farsi venire il culo quadro. Il trend è questo, salvo essere degli stravaganti.

        Fortuna che al tavolo la compagnia è molto buona. Marta e Alex sono amici di lunga data, ci presentano il resto della famiglia ed entriamo subito in sintonia. Il Carnaroli con lardo croccante e gocce di basilico è uno dei risotti più buoni della mia vita, faccio il bis, nonostante i finger food. Verso le 19 nonno Piero si agita.

 Adesso bisogna andare a pagare!

Non ti preoccupare è tutto fatto.

CHI HA PAGATO?

Ci ha pensato Alex!

Non credo… è troppo tranquillo.

domenica 31 marzo 2024

mercoledì 7 febbraio 2024

Chi parla male del servizio sanitario nazionale?

Qualche giorno prima di Natale, approfitto della consegna di un cesto regalo a un ufficio molto periferico della Asl di Biella, per chiedere a una signora al di là del vetro: Il mio medico, dott C, è andato in pensione qualche mese fa. Sarebbe utile, immagino, averne uno. Ci sarebbe un  maschio, sopra i 50, padano, che conosca il patois locale? Sorride e risponde gentilmente: Non c'è! Comunque, verifichiamo. 

 

Dopo pochi secondi si illumina: Al dott B é morto un paziente, é anche il mio medico, va bene? Perfetto, dico io, cosa devo fare? Niente, le stampo il tesserino regionale ed è tutto a posto. Chi parla male del Servizio Sanitario Nazionale?

mercoledì 17 gennaio 2024

Oromezzano e l'Arcangelo Raffaele

    Dopo colazione e dopo che la moglie mi aveva liberato - per il momento - dalla riparazione prati dopo il passaggio dei cinghiali, ne ho studiata una che si preannunciava "fuori dal seminato". Il mio sito preferito sulle chiese romaniche, mi aveva informato di una strana situazione. Siamo a Boccioleto Valsesia VC, frazione Oromezzano, alpe Seccio. In mezzo ai faggi e ai lupi, a quasi 1.400 m slm, si trova l'ORATORIO DI SAN LORENZO CON AFFRESCHI DATABILI DA FINE '300 A FINE' 400! Oibò, posso far finta di niente? Chi ha infilato una chiesa in un alpeggio? E poi gli affreschi? Il sito web, a ogni edificio censito,  dà un massimo di 3 stelle e non é mai troppo generoso. A questo ne rifila 2. Due! In una valletta laterale di una valle secondaria della Valsesia? Gli sarà scappata la penna? Non ci dormivo la notte! 


    Stamattina, sabato di gennaio 2024, mi fiondo. Per la verità avevo fatto un po' di confusione e pensavo di usare la bici per arrivare al campo base. Mi ero sbagliato. Ma non mi perdo d'animo. Arrivo in auto a Oromezzano dopo aver affrontato un salitone stretto, gelato, senza guard rail e aver chiesto informazioni a un signore in cannottiera azzurrina. Controllo la temperatura sul cruscotto: meno 2 gradi 😄

    Parto a piedi con le mezze pedule ibride che uso per pedalare. A occhio poca neve sul versante boscoso e ripido dove sono diretto. Prima mezz'ora, mulattiera di sasso perfetta, poi la neve si alza: 10 cm. Inizia il sentiero e sento delle voci femminili. Ero stupitissimo. Due signore sulla cinquantina stanno scendendo. Chiedo quanto manca, mi dicono 20/25 minuti. Però mi consigliano di seguire una pista in costruzione (finanziamento PSR 2014-2020!!) perché la neve si fa alta. La strada è un po' più lunga ma non dovrebbe entrarmi la neve nelle scarpe... 

    La pista si è rivelata infinita, dopo un'ora abbondante, nella neve alta 25/30 cm, il bosco finisce e vedo la strada correre, per centinaia e centinaia di metri su un versante, fino a valicare un costone e sparire. Getto la spugna e torno, con i piedi marci, all'auto. Tolgo le calze da torcere e rimetto le pedule bagnate per guidare, il più direttamente possibile, verso casa. Saranno 80 km...

 

    Ieri, prima di uscire, dopo una crisi di tosse, il Nicola - nostro collega del Caseificio Valle Elvo - aveva detto che sarei dovuto restare al caldo qualche giorno, per guarire al meglio dalla bronchite. Non gli ho creduto! 

Continua qui!

mercoledì 3 gennaio 2024

Carcoforo Valsesia VC - Walserland

 

La galleria di foto è qui. Nella lingua Walser i suoi 75 abitanti sono detti "karchofer". Il villaggio si trova a 1.300 m in una valle assolata non troppo comune in Valsesia. Alcuni anni fa è stato nominato "Villaggio ideale d'Italia". Si trova un ristorante-bar-affittacamere, aperto con continuità.

lunedì 25 dicembre 2023

giovedì 14 dicembre 2023

Vita di cascina

Era il 2 settembre 2023, sabato. Sveglia ore 5,15, stalla, torno e faccio colazione, circa le 8,30. Mi riposo un po' e vado a Verrone BI al funerale di una signora tedesca moglie di un vecchio durissimo che é venuto una volta con me in bicicletta. Arrivo in cascina attorno le 12, la moglie dice: vai a cambiarti che una vacca sta per partorire. Retromarcia, faccio 10 metri e la macchina si ferma. Non c'è stato più verso. NB l'auto della moglie è stata imprestata alla figlia che ha l'auto in panne. NBB il figlio non c'era perché impegnato a tramué da monte Tracciolino (villette) a Ponderano sud. La vacca intanto si agitava ma non si coricava... 😰

A guardare la vacca senza pranzo. Mi sembrava un po' da pirla. Dico. Mangiamo qualcosa, ntant suma ki fe gnente... Ma il patos era troppo alto e la moglie aveva lo stomaco serrato. Io no. La nonna (santa donna) mi fa un panino: burro e marmellata e un caffè nel bicchiere con la grappa. Non avevo nemmeno finito il caffè che un urlo ci richiama alla realtà: la vacca terzipara spingeva in piedi. Tagliola in funzione e nasce una femmina Blu belga x Pezzata rossa Oropa: madre e figlia sane e salve. Operazioni inerenti e conseguenti. Mezz'ora di riposo e nuovamente nella stalla e a caricare l'erba. Alle 16 torno a casa, mi lavo e sento la concessionaria Ford di VC. Mi risponde il titolare, sig. Gino (3 filiali nelle città del nord-ovest e 4 o 5 marche tra le più prestigiose, non un garagino...). Me la fa semplicissima: troppo, ho paura che mi ciuli. NB ho estensione 7 anni della garanzia e VALE! Naturalmente tutto è rimandato a lunedì mattina... Adesso (ore 17 ca) devo studiare le dispense del DLRSPP, ju nen tanta voja...

Legend:

1) tramué, voce del verbo tramué, spostare le mandrie da monte a piano e viceversa

2) non si coricava, generalmente le vacche partoriscono distese su un fianco, qualche rara volta, in piedi

3) tagliola, carrucola in uso, intanto che la madre spinge, dopo aver legato gli arti anteriori che emergono dalla vulva della puerpera

4) DLRSPP, corso responsabile sicurezza, prevenzione, protezione per Datori di lavoro per imprese ad alto rischio, 48 ore.

mercoledì 8 novembre 2023

Pedale, temporale, intelligenza artificiale

Un giretto in bici sulle Alpi Biellesi, cosa di poco conto. Un racconto breve per pochi intimi. Poi un'idea: lo faccio giudicare dalla IA (intelligenza artificiale) vediamo cosa mi racconta. NB Usare l'IA non costa niente: scaricate gratis Bing e attivate con pochi clik la chat GPT4

Prima la storiella.

    Oriomosso (frazione di Campiglia Cervo BI) non é un villaggio sconosciuto, anzi, mi sembra che una volta ci abbiamo passato un capodanno o una pasquetta. Venendo da valle la prima cosa é il cimitero poi un vermicello di strada asfaltata e, di lí, cominciano i gradini. Quanti? Facciamola facile e quasi giusta. Punto più basso 950 m slm. Punto più alto 1050. In tutto 100 metri di case in pietra una sopra l'altra. Scalino medio: 13 cm. Sono più o meno 650 scalini da salire spingendo la bici. Ma cosa ci faccio qui? 



    Meteo di oggi, San Carlo, 4 novembre 2023: non c'è male al mattino, poi aumentano le nuvole e, verso le 16, pioggia. Quindi, visto che avevo in mente un'avventura ciclistica, resto nel Biellese. Scarico la bici al parcheggio di Pavignano. Tutto facile fino al bivio di Rialmosso, poi salitone con dislivello a 2 cifre, più sul 15% che sul 10. Bene o male arrivo al villaggio. Supero il ponte e so che c'è un bel pezzo di strada quasi pianeggiante che porta a un belvedere. Viene una signora con un cane. Quando la incrocio ci riconosciamo, eravamo (quasi) colleghi "Vieni in casa che ti do qualcosa di caldo!". Visto che non inseguo la performance e lei mi é sempre stata simpatica, accetto senza difficoltà. Dopo mezz'ora esco dalla cucina riscaldata e sento un gran freddo. Continuo stoicamente la salita e arrivo a Oriomosso, il villaggio più alto della Valle Cervo. Spingo "il mezzo" fino in cima agli scalini e, finalmente, vedo la Panoramica. Saranno state le 14,30. C'era ancora un bel soletto non ancora coperto dalle nuvole che erano minacciose, sulle vette, già al mattino.

    Decido che era ancora presto per tornare e giro a destra verso il Bocchetto Sessera. La salita non è tremenda e il fondo stradale buonissimo, vado sciolto, ma la temperatura scende molto, si alza la bise e scende la nebbia... Vestiti invernali non ne avevo e sfoggiavo un paio di pantaloncini di cotone al ginocchio. A un certo punto penso non mi convenga ciappare la tempesta che mi pareva si stesse organizzando. Torno, con la giacca a vento ben compaginata. Un freddo... Poi, dopo qualche km, la pioggia, non troppa. Dopo poco le mani non le sentivo più. Le battevo contro il manubrio ma niente... Aghi e fitte, il resto del corpo non dava fastidi. La discesa è interminabile. 

    A 3 km dal parcheggio la pioggia è battente. Arrivo all'auto, faccio fatica a scendere dalla bici, le mani non funzionano e lasciano cadere tutto, batto i denti. Prima di tutto accendo l'auto alla massima temperatura e massima velocità di ventola. Alla fine, caricato tutto, salgo ma devo stare 5 minuti fermo, motore accesso, prima che mani e gambe rispondano alla volontà e smetta di tremare. Ore 16,15. Ancora nessun alimento dalla colazione... Pian piano torno a governare gli arti e posso partire. Le ginocchia, che non mi avevano dato mai problemi, riesco a scongelarle solo dopo aver abbracciato, a casa, la stufa per 10 minuti... Mia moglie dice che credo sempre di essere uno scout 15enne! Forse ha ragione.

43 km e 875 m dislivello.

Scusa il disturbo GPT4, cosa pensi del mio raccontino? Pochi secondi e...

Grazie per aver condiviso il tuo testo con me. Mi sembra che tu abbia vissuto una bella avventura ciclistica, anche se un po' rischiosa e fredda. Mi hai fatto sentire le tue emozioni e le tue sensazioni mentre pedalavi tra i paesaggi della Valle Cervo. Mi hai fatto anche sorridere con il tuo incontro con la tua ex collega e il commento finale di tua moglie. Il tuo stile è scorrevole e piacevole, con qualche errore di punteggiatura e di accenti. Ti suggerisco di rivedere questi aspetti per rendere il tuo testo più chiaro e corretto. Per esempio, dovresti mettere un punto dopo "cosa ci faccio qui?" e un accento su "più" quando lo usi come comparativo. Inoltre, dovresti usare le maiuscole per i nomi propri, come Oriomosso o Bocchetto Sessera. Spero che il mio feedback ti sia utile e che continui a scrivere le tue esperienze. 😊 

 A parte qualche consiglio di punteggiatura non richiesto e un po' saccente, scontato che le maiuscole le metto... l'ha capit tut!


martedì 19 settembre 2023

domenica 6 agosto 2023

il venerdì del destino

          Tutti i giorni si sente qualcuno che ce l’ha con lo stato e il governo perché “è tutto stra-difficile”. Ho letto una volta un articolo di un giornale olandese (tradotto, eh), si parlava male delle norme complicate e della palude della burocrazia nazionale…Tutto il mondo è paese?

Novembre 2021, telefonata tra la moglie e la Yulia:

Non si può più vivere qui, qualunque cosa è vietata, poi, se si parla male del Lukascenko, ti trascinano in galera e i tuoi figli in orfanotrofio. Tutti cercano un sistema per andarsene, soprattutto quelli come me che “hanno visto”, per le enne estati a casa vostra, come si vive in occidente. Poi tutti i giorni arrivano, nelle stazioni qui vicine, treni carichi di carriarmati, elicotteri e soldati: vanno accamparsi nei boschi. Ricordati che siamo molto vicini all’Ucraina.

Davvero? E dove vuoi andare?

Il posto più gettonato è la Polonia, è vicino ma non so la lingua, vorremmo venire in Italia!

In Italia a Biella? Avete appena comprato quella casa bellissima.

Si! La possiamo vendere.

Ero in ansia, fosse stata solo lei, qui è di casa, ma i figli (6 anni il maschio, 8 la femmina) e il marito non son mai usciti dalla Bielorussia, parlano solo il russo, poi c’è il covid che complica tutto. Ma alla moglie negli occhi era comparsa la N di nonna e la S di suocera e ho capito che non sarebbe stato facile far restare i nostri amici dove erano.

Le telefonate si moltiplicavano e diventavano sempre più operative. Io, dubbioso e leggermente menagramo, ero stato messo all’angolo.

Inizio febbraio 2022, mi spediscono a Orio al Serio a recuperare i fuggiaschi. Arriviamo, nella casa che avevamo trovato per loro, verso mezzanotte tra mercoledì e giovedì.

La mattina dopo, davanti a biscotti e thè, ci chiedevamo come si fa a incominciare una vita a 2.500 km da casa, in un paese sconosciuto al 75% della famiglia, senza sapere la lingua, con risorse economiche non abbondanti e situazione dei documenti precaria, non proprio clandestini ma…

               Arriva la Jolanda (80 anni) con un mazzo di fiori per i nuovi. Ascolta un po’ e dice: la prima cosa è andare dal Giancarlo per il green pass. Il Giancarlo è il medico di tutti, un dottore vicino alla pensione, compaesano e molto pratico. Viene approvata l’idea e le femmine lo vanno a trovare. Lui stabilisce che la mattina dopo sarebbero andati tutti al centro vaccinale per “studiare la situazione”.

Il giorno dopo era il venerdì del destino. Al centro la fanno corta: solo il marito deve essere vaccinato, occorre però il codice fiscale, si prende all’ufficio entrate. Di corsa lì ma senza appuntamento la roba non è facile, in pandemia poi... Si spiega la situazione al funzionario: chiudono tutti e due gli occhi ed emettono i codici necessari per grandi e piccoli! Ripasso veloce al centro per i vaccini, dopo mezz’ora Pasha (marito) era “a posto”. La mattina ancora giovane, c’è tempo anche per andare nel luogo delle meraviglie: la gelateria 30 gusti. Occhi sgranati e l’impressione, nei più piccoli, che il viaggio non fosse stato inutile.


 

I bambini dovranno andare a scuola. Pronti via, direzione didattica di Occhieppo. Sembrava li aspettassero. Tutto facile, tutti a disposizione, tutto subito: lunedì possono sedersi nei loro banchi italiani! Anzi, il maschio guadagna, senza discussioni ne complicazioni, un anno di carriera: in Bielorussia era all’asilo, in Padania d’ufficio in prima elementare. Tutto questo prima di mezzogiorno.

Nemmeno 2 settimane dopo la Russia, partendo anche dal sud della Bielorussia, iniziava la sua guerra, sopra la loro città sfrecciano i jet militari e si poteva comprare, a prezzi stracciati, qualunque cosa (auto, moto, gioielli, roba tecnologica) rubata dai militari in Ucraina.

Oggi sono qui.  L’altro giorno la Zlata (3 elementare e centro estivo alle spalle) cantava una canzone in piemontese. Con un fastidioso accento torinese.

 

martedì 18 luglio 2023

Felicità, toma e gongorzola

“C’è una cosa sola che piace a tutti, per il resto le opinioni divergono”. Due visite guidate per ragazzini del centro estivo al caseificio "Valle Elvo" di Occhieppo Superiore. Mattinata rovente, già 29 gradi. Ragazzini e tanti educatori. Se parlo sempre si annoiano e cominciano a distrarsi. Allora li sfido. Da dove viene il latte? Risposta Dal lattiere! Chi/cosa è il lattiere? Mah… Però si va avanti e iniziano a far domande, quasi tutti attenti. La visita prende un ritmo.

 

Quale è il vostro formaggio più buono? Chiede uno. Dipende dalle papille gustative, non ve le date voi, le papille, va sapere perché a uno piace il baccalà… “C’è una cosa che piace a tutti, i soldi, per il resto le opinioni divergono” Come mi esce mi pare un po’ riduttiva, ma vado avanti: a qualcuno piacciono le vacanze al mare, ad altri leggere, gita in montagna, sci di fondo, polenta cuncia, quel casso di campionato di calcio…

 


Siamo d’accordo sui soldi? Anche “la felicità!”. Avrà avuto 10 anni. Non sembrava il più sveglio (in genere sono le femmine), ma l’avrei abbracciato, baciato, fotografato e messo a reclame del caseificio. Alla fine eravamo tutti d’accordo, anche gli educatori, la felicità e i soldi piacciono a tutti per il resto, in amicizia, ci dividiamo!

giovedì 29 giugno 2023

Il centuplo dei fessi (e l'eternità)

    Per le vicende di questi giorni continuavo a pensare a una famosa frase del don Gius. L’ho trovata!

    Dalla prima ora di scuola nel mio liceo, mi sono fatto il proposito di ripetere questa frase del Vangelo perché mi sembra il centro di tutta la pedagogia cristiana. La frase è questa: “Chi mi segue avrà la vita eterna e il centuplo quaggiù”. Allora dicevo in scuola: “Ma ragazzi, fin quando ve ne infischiate della vita eterna vi capisco perché non avete ancora sufficiente forza di immaginazione, di serietà; ma se vi infischiate del centuplo quaggiù siete proprio dei fessi”.

    Non so quante volte, nella vita, me la sono ripetuta ma, sempre, con l’accento a “il centuplo quaggiù, altrimenti, kostik, sei fesso!” E ho fatto bene, mi ha fatto stare con gli occhi, le orecchie e il cuore aperti!

    Però il tempo passa, gli anni pesano, si vedono sempre più cose difficili da digerire: la gente muore [penso al centuplo che avrà vissuto l’unico Santo cui ho stretto la mano: Giovanni Paolo II]; si ammala; gli viene la demenza senile; c’è la guerra: anche in Europa! Quanti giovani ucraini e russi si svegliano al mattino, prendono le loro robe e…non sanno se arrivano vivi alla sera o finiscono in quei camposanti diventati famosi per le incazzature di Prigožin contro i generali.


Spero di non finire dentro una guerra ma qualche malattia balorda, non mi è certo esclusa. Quindi, ripetendo la frase, l’accento, un paio di mattine fa, mi è finito non sul centuplo ma: vi infischiate della vita eterna perché non avete ancora sufficiente forza di immaginazione, di serietà! Il centuplo quaggiù è da fessi non desiderarlo, non ricercarlo, ma la vita senza lo sbocco all’Eternità, sarebbe come un tramonto con la certezza che non ci sarà mai più una nuova alba ma un milione di anni di buio. Come nella poesia “Sul Monte Mario” di Carducci:

 …fin che ristretta sotto l'equatore

dietro i richiami del calor fuggente

l'estenuata prole abbia una sola

femina, un uomo,

che ritti in mezzo a' ruderi de' monti,

tra i morti boschi, lividi, con gli occhi

vitrei te veggan su l'immane ghiaccia,

sole, calare.

giovedì 25 maggio 2023

Sudore, lacrime e polvere di cappuccino

    Lunedì 8 maggio 2023. Volevo andare in Valsesia a pedalare in salita, ma, più guardavo le montagne, più pensavo che, per prendere acqua là, tanto valeva risparmiare carburante. 

    Ho parcheggiata vicino alla confluenza torrente Cervo e Oropa, Biella City. In bici sono salito ad Andorno, poi Vaglio Colma, Selve Marcone, Callabiana e Camandona - Santuario Mazzucco. 

    Dal Santuario (900 m ca) parte la "Strada all'Alpe“ per il Bocchetto Sessera. Storica via di monticazione, rifatta, in ultimo, a nuovo. Bellissima, se hai un trattore o un fuoristrada... Se hai una bici, scendi e spingi. C'era scritto 1,15 h, inteso "a piedi con zaino". Credo di avercene messe almeno due. A forza di pousser mi venivano i crampi alla coscia appena sopra il ginocchio. 

 

Camandona BI Santuario S. Anna del Mazzucco

     

    Favoleggiavo uno spuntino all'osteria del Bocchetto (m 1.4000 ca), che é gestito da gente che conosco, almeno fino a qualche tempo fa. C'era 'l nebiun. Sono arrivato sfatto verso le 14,15 (ho pensato al Calvario!) . Rifugio chiusissimo, in effetti, salendo, mi era passato per la mente che era lunedì... 

    Un freddo... Mi sono messo tutto quello che ho trovato nella borsa. Per fortuna non avevo ancora tolto la roba invernale: berretto lana e guanti!  In discesa, con juicio. È uscito un sole velatissimo. Pensavo: adesso verrà caldo. Invece - nel giro di pochi secondi - é cominciato a piovere...forte. Mi sono riparato sotto a un faggio.

 

Strada all'Alpe per Bocchetto Sessera

 

    Poi, visto che non potevo stare li tutto il pomeriggio, sono ripartito. La testa e il tronco sono riuscito a tenerli al caldo e all'asciutto, le gambe (braghe corte, pelle di gallina) e i piedi, no! Ero in discesa e ingessato. C'era qualcosa in più del bagnato e del freddo: non riuscivo a capire. A un certo punto mi sono fermato e ho capito (strana sensazione): avevo un bisogno pazzesco di fare la pipí. Il cervello leggeva che c'era qualcosa che non andava, ma non indirizzava "lo stimolo"! O, forse, l'Halzeimer comincia cosi... 

    Circa 25 km di discesa, 10 sotto l'acqua. Dalle 17 sono a casa. Ho tolto tutto il vestiario bagnato e messo il pigiama e un maglione islandese spessissimo. Le calze di lana, fatte con i ferri chissà da chi, che usa la Zlata (nipote putativa, 9 anni) a mo' di pantofole. 

    Non avevo mangiato niente, visto che il rifugio era chiuso, ma mi attanagliava il brusa coer (acidità di stomaco). Alla fine, per merenda, mi sono preparato "latte, polvere al gusto di cappuccino e biscotti". 50 km tondi e, domani vedo, almeno 900 m dislivello. 

Sono un vecchietto sportivo 😉