lunedì 29 agosto 2011

Un cuore di bambino


L'argine del Po dalle parti di Casale Monferrato

Cari amici. Per non andare in bicicletta “a caso”, pian piano, sto studiando dei pellegrinaggi ciclistici. Ne ho elaborati 3, a tappe. Un quarto, in terra di Germania, lo sta assemblando l’Annette (l’amica dell’Alessandra, quella gentile signorina che e’ venuta a presentare la mostra sulla “Rosa Bianca”), da Monaco di Baviera ad Altotting.

I pellegrinaggi in Italia (per ora) sono:

1. Torino – Milano – Caravaggio: dalla tomba del Beato Francesco Faa’ di Bruno a quella di Don Giussani (passando per Santuari piu’ o meno importanti). 3 tappe

2. Orta S. Giulio – Arona S. Carlo – Mesero S. Gianna - Milano S. Ambrogio – Pavia S. Agostino. 2-3 tappe

3. Oropa (BI) – Fontanellato (PR) – Loreto (AN). Enne tappe.

Il primo e’ perfettamente a punto [ne parlo diffusamente sopra], compreso il centrale guado del Sesia sulla storica via Albano – Santuario della Fontana a San Nazzaro Sesia (NO).

Il secondo e’ “in lavorazione”. Ne ho percorso delle tappe, altre rimangono “da limare”.

Il terzo e’ decisamente il piu’ lungo. Occorre trovare una strada per attraversare la Pianura Padana e non farsi triturare dai camion. Cosi’ ho pensato di utilizzare l’argine del Po. Da Oropa, passando per il santuario del Trompone di Cigliano, sono sceso a Crescentino (Santuario del Palazzo). Qui si incrocia il Po. Lungo l’argine, in tempi diversi (non faccio mica il Tour de France…), ero arrivato in Provincia di Piacenza. Le mie ferie mi hanno permesso di continuare la strada.

Prima di partire, il mio socio Michele, ha buttato li una frase: « Mi raccomando, tutte le sere un messaggio!». Cosi’ ho fatto. La prima sera, in albergo, ho scritto il messaggio a 4 amici, poi questi sono aumentati fino a diventare 8. Avrei voluto scrivere a tutti ma la voglia è scarsa e i costi alti. Cosi’ ho raccolto gli sms e oso proporli a un pubblico piu’ vasto tramite il blog.

13 luglio 2011
Cari amici. Tappe centrali del pellegrinaggio Oropa-Loreto. Partito stamane. Tutto male. Alle 7 pioveva troppo. Prendo il treno alle 9. Venti minuti di ritardo, perso coincidenza a Novara. Pioggia debole. Da Garibaldi a Centrale in bici. Dovevo arrivare a Piacenza alle 10,40 arrivato 14,30. Avevo il temporale che incombeva ma non mi ha mai raggiunto (sono l’anti Fantozzi). Poi, a Caorso, è uscito il sole. Fatto 46 km. Fatto bucato. Mi auto stupisco di come sono organizzato. Domani conto, con l’aiuto della Madonna, di arrivare e superare il Santuario di Fontanellato e di tornare sull’argine del Po. Vi tengo informati. Vostro k

14 luglio 2011
Partito ore 8,15. Argine destro liscio come biliardo. “Volavo” a 23-24 km/ora. A Zibello – capitale del culatello – lascio l’argine per strade piu o meno frequentate. Per ubbidire a Corrado – grande strimatore di G. Guareschi – tocco Fontanelle. La Madonna mi aspettava ma, dopo 62 km, alle 13, per non svenire, mi fermo in piola fantastica. Per non digerire in bici – cosa sempre complicata - attacco bottone con uno interessato alle mie vie ciclistiche. Dalla Madonna, a Fontanellato, arrivo dopo le 16. Ricordando ognuno di Voi scrivo 1/2 ora sul registro degli ospiti gocciolando sudore sulle sante pagine. Torno sull’argine a Colorno. 100 km tondi. Prezzo del culatello al market 43 €/kg. Vostro k

15 luglio 2011
L’argine come biliardo, con tante indicazioni chiare, è finito! Me ne sono accorto subito… alle 8,30. Avrò fatto 30, dei 97 km totali, a scrutare buche, concentratissimo, ignorando il panorama. Le gambe sono allenate, resistono, ma polsi e culo, adagio, cedono. Scendo dall’argine a Brescello. Sono in piazza, tra municipio e Chiesa, quando telefona Corrado: lo prendiamo come segno del destino. Don Camillo sorrideva. A Luzzara (RE) un signore gentilissimo mi parla della provincia di Mantova – che di li inizia - come del deserto di Kalahari: esagerava. Sono a Quingentole, vicino a Ostiglia (MN). Sono cotto. La tv non funziona (segnale debole). Salo molto i cibi. Prendo 4 bustine/die di K e Mg: non mi fanno venire il cagone. Vostro k (costante, non potassio).

16 luglio 2011
Si dice che gli esquimesi abbiano 30 parole per descrivere la qualita’ del ghiaccio. Io altrettante per il fondo stradale (oggi li ho sperimentati tutti). Il Moe (uno che di fatica se ne intende) dice che prendo troppi sali. Cosi’ sono sceso dall’argine per comperare susine e albicocche. L’argine ha tanti pregi e un difetto solo: l’ombra. Non esiste. Potete dimenticare la bici, ma se vi scordate il cappellino con l’ala siete ciulati. Le mie spalle sono nigre e croccanti: come la porchetta. Dopo 95 km di lacrime e sudore arrivo a Ferrara: finito. Torno a casa. Grazie. Vostro k

18 luglio 2011
Epilogo. Sabato sera a Ferrara leggermente provato. Cerco un albergo. Poi un’intuizione: torno a casa. Stazione, trovo treno per Bologna, poi Milano, infine Santhia’. Ore 1,45 arrivo. Non oso telefonare a casa: troppo trambusto. Dormo alla stazione: troppe zanzare. Fuori ci sono 2 panchine. Mi vesto con tutto quello che ho, le gambe le fascio in un poncho di plastica anti-pioggia. Come cuscino la sacchetta anteriore della bici. Le zanzare non ci sono ma sventola una bisa… Comunque tiro le 5. Entro nella sala d’aspetto, trovo enne prostitute nigeriane: le compagne dei ciclisti solitari. Alle 7,30 mi sveglia l’Annamaria con una faccia come dire “vecchio pirla, non sei troppo maturo per queste cose?”. Forse ha ragione, ma, come dice l'Anna D, ho un cuore di bambino... Ieri, 17 luglio, ho dormito quasi tutto il giorno… tanto pioveva. Vostro K

martedì 25 gennaio 2011

Tempi Deum



Il numero 52/1 del 12 gennaio 2011 e' bello da piangere. Non credo di essermi mai appassionato tanto a un numero di settimanale. Lo terro' in biblioteca con Grossman, Solgenitzin, Giussani, Mounier... Invece di parlare, come tutti, di quello che non va, di quanto fa schifo il mondo, hanno chiesto a 20 persone i motivi che hanno di ringraziare per l'anno appena finito. Te Deum... appunto.



Tutti i 20 scritti erano eccezionali, ma l'articolo che mi ha fatto piu' colpo e' quello di Padre Aldo: un montanaro bellunese trapiantato ad Asunciòn in Paraguay, dove ha fondato ospedali, scuole, case famiglia per bambini e vecchi, aziende agricole sperimentali, punti di aggregazione... Ne riporto qualche passaggio.

Inizia con un brano di Isaia
Cosi' dice il Signore che ti ha creato:«Non temere, perche' io ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome: tu mi appartieni. Se dovrai attraversare le acque, saro' con te, i fiumi non ti sormergeranno; se dovrai passare in mezzo al fuoco, non ti scotterai; perche' io sono il Signore, il tuo Dio, il Santo d'Israele, il tuo salvatore. Perche' tu sei prezioso ai miei occhi, perche' sei degno di stima e io ti aamo. Non temere, perche' io sono con te».

Prosegue.

Non c'e' stato giorno in cui il dolore, il sacrificio, lo stato d'animo mi abbiano lasciato "tranquillo", non e' passato giorno senza che vedessi con i miei occhi e ascoltassi con le mie orecchie il grido di quanti soffrono intorno a me. Ho fatto mio il dolore dei miei bambini abbandonati, abusati, vittime di tanta malvagita'. E non c'e' stata settimana senza che accompagnassi qualcuno al suo ultimo destino...

Confesso che molte volte sono caduto sotto il peso della croce, e non sono state le pillole contro la depressione (che comunque prende perche' e ammalato, nota mia) a permettermi di rialzarmi ogni volta, ma le parole del profeta Isaia, fatte carne nell'amicizia dei saderdoti che abitano con me e nella grandissima amicizia con Marcos, Cleuza, Julian de la Morena, Bracco, dentro il grande abbraccio di Juliàn Carròn che instancabilmente ci ricorda con la sua vita che l'uomo e' solamente rapporto col Mistero...

Amici, capite cosa significa alzarsi ogni giorno, dopo un bellissimo sogno o dopo una notte insonne, riconoscendo dal primo mattino che "io sono Tu che mi fai"? Certamente, lo dico per esperienza, non ti restituisce il sonno mancato, non cambia d'un tratto il tuo stato d'animo, non fa diverso il tuo sentimento, non ti toglie lo stress che ti tortura e neppure ti rende piu' facile il lavoro o i rapporti umani nei quali trova sfogo il tuo malessere psicologico. Ma certo quel Tu che abbraccia tutto, aprendoti alla realta', illumina di una luce nuova, diversa, umana, il tuo affronto della giornata...

Voglio ringraziare il Signore per la sua infinita misericordia, perche' davvero, chi sono io per meritare di vivere abbracciato da Lui in ogni momento? Un abbraccio che mi ricorda le parole di Viola, una prostituta che quando finiva il suo lavoro notturno insieme alle sue colleghe andava a offrire una parte del ricavato alla chiesa di San Giuseppe a Palermo. Si metteva umilmente, con le sue amiche, in ginocchio, battendosi il petto per la sua miseria davanti all'immaagine della "Buona Morte": Gesù che, abbracciando san Giuseppe alla presenza di Maria, accompagna il padre adottivo alla morte. «Le prostitute e i cani muoiono soli», diceva la gente a Viola, prostituta del vicolo Ragusi a Palermo. Ma lei rispondeva a tutti: «Se Cristo mi abbraccia cosi' come sono, non e' vero che le prostitute e i cani muoiono soli». Quest'anno nella clinica sono morti 130 malati, e molti di loro erano come Viola; tutti hanno lasciato questo mondo come San Giuseppe e con la stessa certezza che accompagnava Viola, la prostituta.

Vado a memoria citando Peguy: «Cristo non e' venuto per giudicare il mondo, e' venuto, tagliando corto, a fare il cristianesimo». Cosi', per una trafila lunghissima di persone, ha toccato don Giussani e lui Padre Aldo. E Padre Aldo, noi. Tra pochi giorni Michele e Massimo andranno ad Asunciòn a trovarlo. La catena si allunga sempre piu'...