sabato 1 agosto 2020

Una giornata da pensionato

Giornata di ieri, da pensionato. Sveglia ore 6,30. Da mia mamma - poco più di un km da casa mia, dove ho un piccolo ufficio - a fare urgentemente stampe per la moglie. 


Messa Oropa ore 8. Il giovedì é "tradizione". Colazione al bar con gli amici. Casa a preparare una cena per 12 persone: non il cibo, ognuno porta, roba collaudata, ma 2 scenari diversi: pioggia e asciutto. Alla fine abbiamo pulito tutto – anche il portone del garage - e accumulato ogni cosa: tavoli, sedie, vasellame, posate… in un punto intermedio, in attesa di capire come sarebbe girato il meteo. Si riparte per l'ufficio verso 11,30. Si salta "regolarmente" (alla fine, é quasi sempre così) il pranzo e si lavora – ma si legge anche il Corrierone - fino alle 14,30. 


Alle 15, per un problema di immigrazione della badante di mia mamma, appuntamento in Questura. Attesa, colloquio, sorpresa! Non avrebbero rilasciato il documento di soggiorno per un problema di reddito del 2019 (l'anno scorso non lavorava da noi... ). Panico! Di corsa da Hamed alla Cisl di Cossato (una 15na di km). Attesa interminabile nell'androne: almeno 35 °C e pioggia, umidità 90%, sauna! Alla fine si entra, si trova una quadra, già sottolineata dal questurino… Hamed scrive una email all'ufficio immigrazione. Però é meglio che si ribadiscano le cose per PEC... Ripartenza per casa di mia madre dove c'era il tecnico che puliva la caldaia. Mi fa perdere tempo e sbagliare la pec che deve essere integrata e rispedita... 


Torno a casa alle 18,30 immaginando di sedermi in poltrona e chiudere mezz'ora gli occhi, ma la moglie é agitata per la cena e vuole preparare al coperto. Nel frattempo pioviggina ma niente di speciale visto che ci sono 30 °C... Nessun sonnellino... Si attende il sole e vengono le 20: arrivano i primi ospiti. Ognuno dice la sua: dentro, fuori, fuori, dentro... C’è sempre più azzurro, si fa all’esterno…


Finalmente seduto con qualcosa da mangiare e da bere davanti: tutto buono, come sempre. Appena prima del dolce, tuoni e lampi sempre più vicini. Alla fine arriva il temporale spacca programmi: da manuale. Ognuno prende quello che può e ci trasferiamo in sala da pranzo, dove non ci sono 12 cadreghe (non abitiamo alla Reggia di Venaria…), e bisogna integrare con quelle – da asciugare – usate fuori… Incominciavo a sentire bruciare gli occhi. Per fortuna i nostri amici hanno, quasi tutti, una età e iniziano, anche loro, a non essere più tiratardi come un tempo. Verso le 11,30 ci salutano anche gli ultimi.


Mi guardo in giro, una battaglia! Ordino alla moglie di andare a dormire – incredibilmente ubbidisce -  e mi do da fare, ma prima delle 12,15 era impossibile ridare una parvenza di ordine all’interno e all’esterno della casa. Con il torcicollo alla 1,40 mi sveglio: luce accesa,  occhiali inforcati  e telefono in precario equilibrio. Mi riordino e mi giro dall’altra.  Spakoinoi noci, dicono i russi.