mercoledì 2 gennaio 2013

Te Deum Laudamus 2012


Te Deum Laudamus perche’ tutte le mattine, quando mi sveglio, mia moglie non e’ mai nel letto. E' partita, alle 5 e un quarto, per fare il suo mestiere di agricoltora. Piu’ o meno alle 7 e tre quarti, tornera’ a casa a far colazione e a dividere la vita con me. Forse sbaglio - anche don Gius dice che la categoria della possibilita’ esiste sempre - ma non mi ha mai sfiorato l’idea che un giorno trovera’ piu’ giusto vivere lontano o, pur rimanendo, non le interessi piu’ condividere le settimane e i lustri.

TDL perche’, per la prima volta, entrambi i miei figli, nel mese di aprile, hanno avuto chi ha dato loro uno stipendio,  pretendendo un lavoro che sono stati in grado di fare. Di questi tempi, la cosa non e’ davvero scontata: ne’ per lo stipendiato, ne’ per lo stipendiante.

TDL perche’, nel lavoro, bisogna incazzarsi forte e mai deporre le armi, ma, alla fine, quasi tutti gli obiettivi sono stati centrati (con altri modi testimonierò quanto detto).

TDL perche’, tra Dora Riparia e Adda quasi tutte le vie ciclistiche di pianura sono state percorse, ne rimangono poche. Occorre voglia, fantasia, curiosita’, compagnia e salute per percorrerne di nuove, dentro e fuori questi confini. Faccio conto di avere tutte queste cose ancora nel 2013 e negli anni che verranno. In particolare, visto che le strade scarseggiano, vorrei saper percorrere le rotte che solcano i laghi del Nord Italia, cominciando dai piu’ vicini.   




Santa Caterina del Sasso -  Leggiuno (VA)

TDL perche’ un giorno, tra il lago d’Orta e il lago Maggiore (potrei ritrovare il punto preciso), sono stato colpito da questa intuizione: tutto è bene, tutto va bene. Non significa che non si soffra: per noi, per i nostri amici, per il mondo, ma che “tutto va dove deve andare”. Per il disegno di un Altro, vertiginoso, certo, ma diritto, puntuale. Siamo su un treno (non l’abbiamo deciso noi), non sappiamo quando si fermera’ e nemmeno dove, ma siamo sicuri che, da qualche parte, in qualche tempo, arrivera’ e noi “attendiamo”. Noi siamo fatti di attesa. E’ come una fame: il neonato non sa cosa vuole, non ha mai visto il seno della madre, ma “attende” il latte. Poi, quando se la fa addosso, attende che qualcuno lo lavi. Non teorizza un mondo piu’ pulito: gli brucia il culo. L’intuizione mi ha colpito in un caldo pomeriggio d’agosto, ma era una vita che i miei compagni - don Julian e don Michele in particolare - mi ripetevano che “la realta’ e’ positiva”. E molti altri amici, nel loro affronto di una vita non sempre facile, me lo testimoniano alzandosi ogni giorno e percorrendo, mai domi, le vie di questo mondo. 

TDL perche’, nonostante tutto, le borse mondiali stanno chiudendo l’anno in positivo (Tokio +23%!), e che la Professoressa Fornero mi mandera’ in pensione in data da definire. Ha fatto bene, forte e pieno di vita come sono… posso ancora spaccare il mondo in 4!