martedì 25 settembre 2018

Bestie grame, moru mai (die hard)


Direi che sono trionfalmente in via di guarigione dalle (15-18) punture di api.
Ringrazio tutti coloro che sono stati attenti al mio stato di salute e mi hanno fornito consigli. Non ne ho seguito neppure uno. La ragione sta in questo. Come dice la saggezza popolare e, in particolare, il mio vecchio parroco (ora ha preso stabile dimora presso il Padre) "bestie grame moru mai".

Quindi non era il caso di preoccuparsi e di assumere preparati della farmacopea tradizionale e/o omeopatica, quasi (dico quasi) sempre dannosi a molti organi, acquistabili solo in farmacia (magari con ricetta medica), che occorre pagare (azione da me - e dalla mia stirpe - considerata indegna), eccetera.




Mi sono ricordato che un amico "raccoglitore" (una bella professione...) mi aveva regalato una boccetta di "oleito di iperico della Valle Elvo PAT” (Prodotto Tradizionale Artigianale) e mi aveva detto che “va ben par tut, dinta e fora". Avevo avuto vergogna di chiedere approfondimenti e avevo considerato che il soggetto fosse "la bocca". Così ho passato la giornata di ieri a ungermi, tutti i punti maggiormente colpiti, come una fiorentina prima della griglia.

Il raccoglitore aveva ragione! E anche il mio vecchio parroco! Sono ancora tra di voi. E, se dipendesse da me, ci starei ancora 30 anni. Ma non vorrei esagerare...

PS Chi volesse provare la magica pozione me lo faccia sapere, lo metterò in comunicazione con l'artigianale produttore.

martedì 18 settembre 2018

Ci vuole del pedale...

Ieri abbiamo finito il fieno. Una tribulata. Visto che il meteo era strafavorevole e poi bisogna sempre inventarne una per non stare fermo: sono partito! 

Volevo fare un pellegrinaggio di inizio pensione al Santuario di Re (VAL Vigezzo - VCO). Però arrivarci in bici da Domodossola è un problema: traffico pesante e gallerie... Cosí ne ho studiata una, anzi due. Partendo da Vogogna, ho scalato la salita di Trontano (non è il Gran S Bernardo ma ci vuole del pedale...). Avevo in mente di prendere - per un paio di stazioni, bici al seguito - il famoso panoramico trenino delle Ferrovie Vigezzine che va a Locarno (CH). Ho chiesto lumi a un locale non pirla. È saltato fuori che i veri duri (quelli che iniziano a giocare quando gli altri smettono) snobbano il treno e ciappano la mulattiera. Attenzione però: fondo di sfasciumi, discese a muro e salite del 90%... durata del tragitto 2 ore... Solitudine totale...  al massimo qualche cinghiale... Ho accettato la sfida. In effetti la roba corrispondeva alla descrizione, anche se credo di averla archiviata in meno di un'ora e mezza... 






Contavo però, una volta ritrovata la strada asfaltata della Vigezzo, di essere nel piano.. Invece ancora 5 km di salita, ruvidissima, prima di Druogno... Una tribulata, come i giorni del fieno... Sudore negli occhi... A Druogno inizia la famosa "Vigezzo in bici" una ciclabile di prima categoria, in mezzo ad abeti, faggi e pini silvestri, tutt'altro che piana ma piacevolmente ondulata all'inizio e decisamente su e giù prima di arrivare a Re. C'è anche un ponte sospeso che - come tutti quelli del genere - ondeggia in modo impressionante quando si passa... Alla fine è spuntata la cupolona del Santuario... per fortuna... 

Dormo qui. Domani vedremo...