mercoledì 8 dicembre 2021

venerdì 22 ottobre 2021

Meno male che la vita è triste

 Gloria, la figlia di Luigi Amicone, morto improvvisamente pochi giorni fa a 65 anni. 

Meno male che la vita è triste se no sarebbe disperata. Come quella sera papà, che abbiamo incrociato gli sguardi felici mentre uscivi, con il tuo amico Fabio, dalla porta di casa. Il tuo amico “il comunista“, ce l’hai presentato così, conosciuto 20 anni prima a un incontro su Pasolini e che poi ha iniziato a scrivere per Tempi.  Abbiamo mangiato e bevuto come piaceva a te. Che bello ascoltare il tuo amico parlare di te con riconoscenza e stima. 

 

E che bello ascoltare gli aneddoti divertenti dopo che gli hai lasciato l’elastico delle verdure cotto nel piatto. Ma che bello e drammatico poterlo ascoltare anche quell’ora prima del tuo faccia a faccia con il Mistero che amavi tanto e che desideravi che incontrasse tutto il mondo. Meno male che la vita è triste se no sarebbe disperata, come hai aspettato mezzanotte e 5 per morire come  il nostro amato Don Giorgio Pontiggia.

Meno male che la vita è triste, se no sarebbe disperata. Come veramente i tanti volti di questi giorni e la Compagnia data per cui stanotte pregavo che ci sia anche domani e dopodomani quando la lotta sarà ancora più dura. Aiutaci veramente nella fedeltà papà. E nella lotta per la bellezza, la verità e  la giustizia e proteggi la tua grande famiglia. Noi, i tuoi nipoti, la nonna... Come dice la mamma, ora possiamo chiederti tutto.


venerdì 27 agosto 2021

Morire per l'Afghanistan

Sono giorni che penso: chi morirebbe (o chi lascerebbe morire suo figlio) per l'Afghanistan? Il resto mi sembrano chiacchiere radical-chic. "DA CHI NON È PRONTO A SACRIFICARE IL SUO SANGUE PER TE, NON DOVRESTI ACCETTARE NEANCHE UNA SIGARETTA" - Cesare Pavese (1908-27 agosto 1950) - Il mestiere di vivere. Oggi sono 71 anni dalla sua morte! 


lunedì 9 agosto 2021

Pour'om (no heros)

 “Domani dobbiamo prendere 2 macchine, ho invitato anche un amico!”.

“Porcaccia, mi tocca andare fino a Mergozzo da solo? Sono quasi 100 km!”.

“No! Io carico le biciclette, tu l’amico. Tranquillo che ti tiene sveglio…”

Era un po’ di tempo che la carta geografica – quella proprio stampata, del Touring – mi sfidava. Un serpentello di strada tra Fondotoce (VB) e l’unico villaggio entro i confini del Parco NAZIONALE (!) della Val Grande: Cicogna.

Favoleggiavo un posto bellissimo, come qualche villaggio Walser che mi è familiare…

Il mio socio mi aveva parlato dell’amico che, di tanto in tanto, pedala con lui: uno mai domo di 83 anni! Ero tra lo scocciato e il curioso. Sapevo però – dalle relazioni del Tony - che non ci sarebbe stato d’impaccio.

Le regole per i miei compagni sono ferree: il tragitto lo scelgo io, chi mette a disposizione l’auto non paga i viveri. Posso transigere sul pranzo, non sul tragitto: prendere o lasciare, altrimenti… vado da solo. Tanto non mi annoio mai.

Carico il vecchietto e partiamo. Una scoperta! E’ stato a lavorare in tutto il mondo per una ditta tedesca. Il posto che gli è piaciuto di più è in Nord Carolina (USA). Se un giorno dovessero esiliarlo, sceglierebbe una città (mi sono dimenticato il nome) in quella zona. Adora la spiccia burocrazia tedesca e odia questa marmellata nazionale: quello che in Germania si fa in un quarto d’ora, qui ci vogliono sei mesi!

Quindi la spedizione era composta da: Tony 69 anni; Nerio 83 anni; io (quasi) 67.

Vicino alla meta 6 agosto 2021
  

A volte il satellite ti frega. Avevo visto, in rete, una stradina che sembrava perfetta, sul lato destro del Lago di Mergozzo: era il sentiero azzurro. 3 o 4 km di su e giù con un fondo orrendo da mulattiera, senza manutenzione da decenni. Impossibile pedalare. Mi metto a spingere la bici senza voltarmi: avevo paura mi insultassero e chiedessero i danni. Invece, zitti, a spingere.

Mi prendo la rivincita quando arriviamo a Montorfano: una chiesa romanica stupenda con 3 absidi. Le case del paese tutte di pietra con modiglioni e cantonali di fattura finissima. Uno spettacolo: andateci, se avete tempo.

Ma Cicogna aspettava. Ero informato: 670 m di dislivello in 16 km da Fondotoce. Niente di speciale, in teoria… Si pedala in salita. Fino a Rovegro tutto liscio. Difficilmente chiedo informazioni ai locali. I miei soci non la pensavano così: la strada si fa stretta. Fino alla GALLERIA tutto bene. Dopo sono cazzi…

Aveva ragione il paesano. In questa stagione, sui Laghi, la lingua ufficiale è il tedesco, se non la sai, sei fregato. Macchine targate D ingombravano una lingua di asfalto larga 2 metri. Quando incontravi qualcuno dovevi fermarti e patteggiare il passaggio. La galleria: 200 metri senza illuminazione con le gocce sulla schiena e, alla fine, una visione impressionante: 3 km per scalare 400 metri di dislivello, da un lato pareti di roccia, dall’altro un volo fino al torrente!

Ci eravamo illusi che Cicogna fosse un nome di fantasia, invece si doveva volare fin lassù. Una fatica bestia sempre interrotta dalle auto. Arrivo collassato, spingendo il mezzo, 20 minuti dopo di loro che avevano trovato posto nella piola e ordinato spaghetti alla bolognese e abbondanti liquidi.

Dopo un quarto d’ora avevo ripreso a connettere. Il Nerio, dopo la pastasciutta, raccontava come era arrivato, negli anni 60, senza soldi e senza alloggio, in Germania vicino la frontiera con l’Olanda. Di come avesse cominciato a lavorare in una grande ditta che costruiva trasformatori e come aveva conosciuto una ragazza che “faceva le paghe” e, insieme al cedolino, gli mandava biglietti d’amore. La ragazza aveva 17 anni. Un paio d’anni dopo erano sposati con un bambino e, solo facendo i documenti, aveva scoperto che l’aveva fregato sull’età, aggiungendo 2 anni! Tutto questo metà in italiano e metà in tedesco, a favore dei nostri vicini di tavola.

Adesso abitano nel Biellese, lei ha 75 anni e lui porta i nipoti a fare le ferrate…  Quando ha tempo, perché il suo grande amore… è la bicicletta.

PS Cicogna non è niente di speciale, ma valeva la pena.

mercoledì 2 giugno 2021

Dalla Meraviglia al Paradiso

Sono nato qui, a Biella. A parte gli anni dell’università, sono sempre stato in questo posto. Le nonne parlavano italiano ma, se dovevano descrivere qualcosa di pratico o un sentimento, lo facevano in patois. In genere si dice “piemontese” ma ci sono piemontesi che parlano una lingua che non capisco. Il Biellese: una terra incuneata tra i territori vicini: quelli dei valdostani, dei novaresi, dei Laghi. Le Valli Occitane o la Langa sono lontane, chi ha la cadenza torinese è bersagliato di lazzi. Una terra di mezzo dove la “e” è aperta, quasi come al di là del Ticino.

La mia capitale è Milano: il posto degli ospedali, degli studi, della finanza, del lavoro, della cultura internazionale, dell’arte, delle fiere, delle televisioni, di molti amici.

Il luogo della fede è il Santuario della Madonna d’Oropa. Noi, come marchio di fabbrica, all’ultima delle Litanie Lauretane, preghiamo sempre la “Regina Montis Oropae”. Il posto dove S. Eusebio – un sardo trapiantato a Roma nel IV secolo – è stato inviato a portare il Cristianesimo. Perché tra Milano e le Alpi c’erano solo Celti pagani e orsi. Bazzecole per Lui. Le grane grosse le avrebbe avute solo con gli Ariani, che pure conoscevano Cristo.

 

Il paesaggio più bello qui intorno, il posto dove il Buon Dio è andato giù senza fare economia è il Mottarone. Se non ci siete mai andati, ma avete passato le vacanze nelle isole tropicali, avete perso tempo. Un panettone non roccioso a 1.500 metri, da dove si vede TUTTO! L’attacco della Valle d’Ossola. Sette laghi, dicono, ma ne conto solo sei: Maggiore, Orta, Mergozzo, Monate, Comabbio e Varese: ce ne sarà uno piccolo o sono tonto… Il Monte Rosa, la Pianura Padana, Verbania, stupenda, appoggiata sull'acqua. Mille montagne, i nomi non li so, che definiscono tutta la curva delle Alpi: dalle Marittime fino nel profondo oriente delle Dolomiti del Brenta e più avanti ancora… Boschi, l’Isola di San Giulio, Milano… Quando c’è il sole tutto scintilla come l’argento fuso.

Facevano bene, i nostri sconosciuti amici, la domenica di Pentecoste, ad andare là ad assorbire tutto quello splendore. Ci sarei andato anche io. Avevano – proprio lì, all’ora che non avevano scelto – un appuntamento con il Destino. Non sappiamo se saremo più fortunati. Ne dicono tante: la testa fusa (fino a qualche giorno fa non sapevo neanche cosa era, adesso, sono confuso sulla tecnologia), i forchettoni, la manutenzione disattenta della funivia, la responsabilità dei tecnici e degli amministratori, la sete di soldi, il procuratore che parla troppo e il giudice troppo poco…

Forse però, farsi spalancare le porte del cielo partendo dal Mottarone, è un salto più dolce, meno vertiginoso, di altri modi. Dalla Meraviglia al Paradiso. Amici, restate di vedetta, quando ci vedrete arrivare zoppicando, distraete S. Pietro e teneteci aperta la Porta!

 

domenica 3 gennaio 2021

Andrà tutto bene?

 «La speranza non è la stessa cosa dell’ottimismo. Non si tratta della convinzione che una certa cosa andrà a finire bene, ma della certezza che quella cosa ha un senso, indipendentemente da come andrà a finire».

Vaclav Havel