mercoledì 19 marzo 2014

Basta la salute? 3


Venerdi' 13 marzo ad Andorno c'e' stato un incontro pubblico sulla proposta di un imprenditore di trasformare un vecchio stabilimento tessile (Tessiana) in industria per produrre energia dal legno. L'incontro e' avvenuto all'aperto, in un parco pubblico. Sono stato tra i relatori in quanto portavoce del Gruppo che cerca di dar vita a un Consorzio forestale. Sono intervenuto 2 volte per il Consorzio forestale  e uno a titolo personale. Ho tentato di dire che non si poteva esasperare il problema dal solo punto di vista della salute (cosi', a parer mio, era stato), ma occorreva tener conto di tutti i fattori in gioco. Posso dire di non aver incontrato il consenso del pubblico, comunque... non mi hanno picchiato... Il giorno dopo ho raccolto le idee e ho prodotto questo giudizio che ho mandato ad alcuni amici... leggi tutto


venerdì 7 marzo 2014

La bici dell'ingegnere



Carissimi ingegneri,
la  mia bicicletta ha superato – non indenne – i 10.000 km e penso sostituirla. Devo fare nuove ciclo-esperienze. Una sera parlavo con Michele di pedalate e sono venuto a sapere che, non solo va in bici, ma che e’ un vero appassionato di ciclismo e ha (ri)fatto alcune tappe del Tour e del Giro.  Inoltre ha una bicicletta da corsa in carbonio.

Ho osato chiederla in prestito e la cosa ha trovato la sua commovente disponibilita’.  

Domenica 2 marzo 2014 – dopo un po’ di questioni durate quasi una settimana (non riuscivo a svitare un pedale!) – sono partito nei pressi di una chiesetta semi abbandonata tra Ghemme e Carpignano (NO). L’idea era di raggiungere Oleggio e visitare l’importante chiesa romanica cimiteriale: S. Michele (anche nella pia memoria del proprietario del mezzo).

Non ho cambiato l’assetto della bici confidando nel fatto che il proprietario e’ alto e “grosso” (senza offesa) all’incirca come me.

Ho preso direzione Carpignano, in lievissima discesa, non ho allacciato i pedali, avevo ben altri problemi da risolvere: primo, sopravvivere. Dopo 500 m mi accorgo, con raccapriccio, che il cambio – che nel frattempo avevo volgarmente utilizzato – non rispondeva piu’ ai comandi: tutto bloccato. Mi fermo e cerco di capire l’arcano: ero stato rozzo, ma non certo brutale come gli orsi della British Columbia (diro’ un'altra volta di questi animali).  Da fermo provo, ritento, ma non c’era niente da fare: tutto immobile. 

A quel punto ho messo da parte tutta l’esperienza e la supponenza dei 10.000 km percorsi in sella. Ho fermato un ciclista corsaiolo con passamontagna e coprigola siberiano (potevano esserci + 10 °C, lui era vestito come se ce ne fossero stati 20 di meno). Con evidente imbarazzo gli ho spiegato il problema. Lui (bonta sua) non mi riso in faccia ma, sinteticamente, mi spiegato la pratica e mi ha congedato invitandomi ad esperire: senza paura! (parole sue). Cosi’ – orgogliosamente – ho fatto. 

Chi mi ha visto attraversare Carpignano, disseminato di paioli di fagioli (era domenica di Carnevale), deve aver pensato che ero un incontinente in ciclo-terapia. Il passante, comunque, non poteva sapere che vengo da Pollone, sono alpino, attraverso la Death Valley a mezzogiorno con + 50 °C e... il riscaldamento acceso! 

A Castellazzo Novarese, gia’ quasi padrone del mezzo, mi fermo a fotografare la chiesa di architettura quasi cubista:  dovevo inviare la foto ad una mia conoscente, sostenitrice del parroco nella sua veste di esperto di nutrizione kusminiana (voglio essere riservato, i gentiluomini non parlano mai delle signore: l’amica e’… l’AA, don Pina). 

Piu’ avanti, entro la cornice di una splendida mattinata di inizio primavera, la pedalata va in crescendo sino a diventare armoniosa e possente come una “Cavalcata delle Valchirie”. Cliccate qui per le suggestioni: http://www.youtube.com/watch?v=-lxlQITXBAQ

Nel prosieguo mi rendo conto che la bicicletta ha scorrevolezza pari alla scioglievolezza del cioccolato svizzero, mi permetto persino spingere 30 pedalate e fermarmi per vedere quanto mi porta avanti senza sforzo. Il mezzo e’ decisamente rigido, quando supero i dossi trasversali e mi alzo sui pedali, lo stretto manubrio da corsa “mi scappa”. Al mattino non riscontro difficolta’ nella posizione e nell’affrontare curve. Ad onor del vero la mia proverbiale prudenza non mi permetteva grandi velocita’, almeno in curva. Il computerino di bordo aveva le pile scariche quindi – con un certo dispiacere – non ho potuto controllare la velocita’ di crociera: in certi momenti mi pareva davvero buona.

Quasi senza fatica arrivo a Bellinzago e poi a Oleggio (diciamo intorno alla una): non solo era aperto il cimitero ma anche la Chiesa! Aperta e frequentata da persone!  Anche una “orientale” con macchina fotografica. Fotografo con telefono  e lascio una supplica sul libro dei fedeli (mia figlia avrebbe iniziato il suo nuovo lavoro il lunedì e dovevo pur implorare a favore del padrone del mezzo). Il gioiello romanico è questo:

S. Michele al Camposanto - Oleggio (NO)

Preghe’ va ben ma venta fina pedale’. Così, bando alle ciance, riprendo per le colline (Mezzomerico, Suno, Cavaglio d’Agogna). Il groppone iniziava a cedere, alcune salitelle mettevano a dura prova le mie residue forze e il cambio: la scarsa pratica doveva essere supportata da tentativi diversi di avere la giusta posizione prima di averne davvero necessita’… Il sellino era perfetto (di conseguenza il fondoschiena) ma gli zuccheri nel sangue diminuivano: era indispensabile una sosta gelato. 

Da un po’ di tempo a questa parte ho, per le gelaterie, una fortuna sfacciata. Mi fermo a Suno “Le Meraviglie di Alice”: gelato spettacolo e wifi. Piu’ tardi  trovo conferma della qualita’ del locale anche su Tripadvisor. Cari ingegneri, se siete appassionati di cremosi sorbetti, Suno, vale una gita.

Mancava poco per tornare a Ghemme ma – ricordavo bene – bisogna scavalcare una collina. Sara’ il gelato (accompagnato da latte macchiato), sara’ la qualita’ del ciclo, sara’ la nevrilita’ dell’atleta, o la caffeina del “macchiato”, sta di fatto che quasi non mi accorgo. Arrivo all’auto con la schiena a pezzi ma decisamente meno di quanto avessi messo in conto e quasi niente rispetto a quando mia moglie e mio figlio mi fanno squartare tronchi. Fatti 63 km (calcolati 2 volte con Google Maps). Fatto grosso passo avanti nella tecnica e nella meccanica ciclistica. Sabato, a Dio, al meteo e a Michele piacendo, mi aspettano nuove avventure…
Vostro.
K