mercoledì 13 febbraio 2013

La raccolta del farmaco e la principessa ciclista




Farmacia di mezza montagna tra Biellese e Val Sesia. Sole, temperatura meno 9 °C. Meta’ mattinata. La porta scorre portando una folata di aria gelida. Entra una bambina con berretto ben calcato, sciarpa e giacca a vento. Uno dei due volontari sta registrando i farmaci, l’altro, l’accoglitore (io), la degna di un’occhiata di sfuggita: “l’invito lo faro’ alla mamma…”.
Le farmaciste sono sul retro, altri clienti non ci sono, la bambina cincischia.  Vedo una bicicletta appoggiata alla colonna.
-       E’ tua? –
   Si! –
-      E’ un po’ grande per te – 
     Il sellino e il manubrio sono abbassati al massimo, poi di queste cose, un po’, mi intendo. 
     - Forse… 
      - Comunque e’ una bella bici nuova, complimenti, ha anche il cestino sul manubrio  –
     Sorriso della bambina. Mi accorgo che e’ bellissima, forse mora (aveva il berretto…), occhi e lineamenti sorprendenti.
Tornano le farmaciste, la mamma non arriva. Le chiedono cosa vuole. La sento rispondere: 
La medicina A, la B,  e questo per… la “Raccolta” – 
-  La Raccolta?!?
     Chiede la dottoressa esterrefatta mentre, nello stesso istante, penso la stessa cosa e, in piu’, di essere un pirla colossale: l’unica della mattina che non avevo ritenuta degna della proposta. 
     - Si… la Raccolta! -
     Con una naturalezza stupefacente, prende il medicinale, lo consegna e sorride, non da bambina… da principessa. 
     - Grazie. Quanti anni hai? – chiedo completamente rapito. 
      -  Nove. Anzi, nove e mezzo!
La vedo sparire sulla bicicletta bianca dopo aver sistemato le medicine nel cestino sul manubrio.
Forse in Paradiso tutte le bambine di nove anni e mezzo saranno cosi’. E’ vero pero’ che “in questa valle di lacrime”, se ne vedono poche, o, forse… non si ha tempo di guardare.
Con la farmacista ci scambiamo un’occhiata.
-         Sembra una favola… e la bambina una principessa  –
-         E’ vero, pero’ ci sono anche storie tristi. Ieri e’ venuto qui un dottore di 60 anni a chiedere lavoro. La farmacia dove ha sempre lavorato e’ stata comperata da due coniugi, entrambi farmacisti, che avevano fatto un grosso mutuo per  averla. Non potevano piu’ pagare il collaboratore. Ci ha fatto un’impressione enorme, siamo state tutto il giorno distratte e confuse: sbagliavamo ogni cosa di cui ci occupavamo… –

Come diceva il Don Gius: “la pace, mezza di gioia e mezza di dolore e’ fatta”.