mercoledì 25 dicembre 2019

Non si può fare senza...

S. Natale 2019

Caro socio, 1

ho scritto a Gesù Bambino la lettera di Natale. Ci ho pensato a lungo perchè non volevo fare un elenco di roba che poi non userò. Ho soppesato tutto e alla fine ho deciso. Per essere veri country boys del Nord-Ovest una cosa non può mancare, salvo evidentemente una ventina di vacche e vitelli, scarponi suola Vibram, un paio di motoseghe, un Winchester: una segheria ultraleggera e portatile, per ricavare tavole di legno direttamente nel bosco. Se ne può fare a meno nel nostro avventuroso mestiere?

Resigat pollonesi inizio '900 da "Pollone ricorda" - Lineadaria Editore 2008
Niente di troppo vistoso né iper tecnologico, ma più attuale del sistema fotografato sopra: clicca sulla foto per vedere meglio, ci ho messo 15 giorni per trovarla... Un telaio cui attaccare una motosega di potenza, con barra adatta al taglio longitudinale e un binario di robusto, scintillante e leggero alluminio... Il tutto caricabile, senza problemi, sull'auto di tua mamma che potrebbe darci una mano in questa nuova, grande, impresa. Per farti un'idea, puoi vedere qui. C'è un video istruttivo...


Vedo già i tuoi occhietti brillare: vero che sei indiscutibilmente d'accordo con me? Vero che ti stai chiedendo come mai una roba così geniale non è venuta in mente prima a te? Vero che immagini già la quercia del tuo giardino scomposta in tavole e tavole, morbide al tatto (dopo piallatura), dalle venature curvy e nodi ammiccanti? Ti conosco TROPPO BENE...

Visto che Gesù Bambino non potrà non avvallare la scelta e visto che il 2019 mi ha visto buono da far schifo, credo che la cosa sia fatta. Come dici? Se te la impresterò? Ma certamente: io porto la meccanica, tu procura il materiale vegetale!

Salutami tua sorella. A proposito, come se la cava nella guida del trattore con verricello? E nella doma dei vitelli di 2 quintali?

Ti auguro un grande Natale e un 2020 sperricolato.

Tuo kostik
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1 Ho conosciuto il mio nuovo socio questa estate scendendo dal Rifugio Bertone a Courmayeur. Ha un sesto senso per i sentieri, se ascoltava me ci saremmo persi almeno 2 volte. Passeggiando abbiamo scoperto di avere molte cose in comune, in particolare uno sconfinato amore per la vita rurale e l'outdoor. Arrivati in fondo, per suggellare il nostro nuovo sodalizio, abbiamo, di gusto, brindato con Lemonsoda alla merenda che il nostro hotel offriva a chi ritornava dalla gita in montagna. Il mio nuovo socio ha 7 anni.

domenica 15 dicembre 2019

All'orizzonte... il monte


Un posto di campagna tra Ronsecco e Bianzè (VC)

Vista sulle Alpi Biellesi - 
 la bicicletta c'è (sempre), ma non si vede...

sabato 7 dicembre 2019

Inverno in Valchiusella


Fondo di Traversella (TO)

I due abitanti stabili invernali non vedono il sole per 50 giorni. Spesso sono isolati dalle valanghe o dalla neve sulla strada. Non si lamentano. Mi hanno offerto un'aranciata presa dal frigo. Per fortuna, altrimenti occorreva sgelarla! 

foto panoramiche: cliccare sopra per ingrandire!


martedì 19 novembre 2019

Along the Jordan river – Terrasanta 11-15 novembre 2019



11 novembre 2019

Pollone (BI). Sveglia alle 3,30. Recuperati Maria e Edo. Parcheggio in Seminario. Passeggiatina fino al Bersagliere. Pullman verde con Vescovo e don Massimo. Trasferimento a Malpensa. Si fanno le prime conoscenze... leggi tutto...

sabato 26 ottobre 2019

El temp...



El temp e 'l cu, fa quel che vol lu!

Antica saggezza pre (e post) global warming...

domenica 20 ottobre 2019

L'anima di ogni riforma


Santa Maria di Luzzara - Gozzano (NO)

Concludemmo che c'era un modo per cambiare tutto il mondo, ed era cambiare noi stessi. Fissammo un principio fondamentale, e cioè che l'anima di ogni riforma è la riforma di ogni singola anima.
Stabilimmo che Dio ci aveva posti in questo minuscolo punto dell'universo che si chiama casa (Fontaine les Dijon), con l'unico fine di rendere questo puntino bello ai suoi sguardi infiniti”

Il padre di San Bernardo di Chiaravalle, attorno al 1100, parlando del suo matrimonio.

Leggi anche:  Bene scripsisti de me, Thoma

martedì 17 settembre 2019

Sublimato di cuore

Il mio cuore non è più "di pietra" ma non è ancora sublimato in cuore "di carne". Credo sia nella fase "scarpa rotta con suola di colore diverso dalla tomaia".
foto e scarpa dell'autore

sabato 27 luglio 2019

Il Segantini dello smartphone


Cara Claudia,


ti svelo una cosa, tuo marito vuole portarti in un posto dove fiorisce la nigritella (Nigritella nigra L.): bontà e sensibilità da vecchio botanico… Ci sono strapiombi di 500 metri e catene alle quali appendere l’unica vita che abbiamo... Bisogna dormire nel rifugio alpino, obbligatoriamente  nel sacco-letto: io sembravo un orso avvolto nel domopack;  al secondo piano (di tre) di un letto a castello: assomigliavo a una larva di imenottero… Se ci si vuole lavare non c’è la porta nella doccia (tanto in montagna siamo tutti fratelli e sorelle…) e bisogna usare l’acqua di sorgente (5 °C) o, in alternativa, pagare un extra. Totale assenza di bidet! Lui - il marito - dice “come in Francia”, anche se mi pare una generalizzazione eccessiva.

Alpe Veglia - Comune di Varzo (VB)

In effetti arrivare all’Alpe Veglia – parco naturale nei pressi del Passo del Sempione (VB), metri 1.750 s.l.m.  – non è difficile. C’è una strada carrozzabile, lastricata nelle curve, di pietre e polvere nei rettilinei, che si inerpica a sfiorare pareti verticali con vista sulle marmitte glaciali, piene di acqua verdissima: però è meglio non distrarsi… La pista è utilizzabile solo dagli autorizzati, con auto 4 x 4 e patentino “speciale montagna”. Noi l’abbiamo percorsa a piedi: 2 ore di sudore e salute dalla frazione San Domenico di Varzo (penultimo paese prima del confine svizzero). Ci vanno su anche le numerose mandrie bovine che alpeggiano là. 

Leggi anche: Il Mistero e il ghiacciaio


In cima a questa pista si apre una immensa conca ondulata ricca di acque, larici, pascoli, casette per alpigiani e turisti riunite in pittoreschi villaggetti, bovine senza ricovero che vengono munte con artigianali cantieri mobili,  una chiesetta, due alberghi e un rifugio, quello che ha prenotato tuo marito: mezza pensione con opzione “pranzo” e panini per il giorno dopo. Il tutto circondato da montagne altissime e grigie. Tra queste spicca, come una pinna di squalo, il Monte Leone, 3.554 metri di roccia scura: la più alta delle Alpi Lepontine! Attenzione: il marito si è molto informato sulla sua ascesa…


Quindi niente di veramente difficile, ma la nigritella, sul piano, non c’è. Occorre fare il “sentiero dei fiori”. Dopo aver passato la notte in rifugio [passare la notte non significa necessariamente dormire…], bisogna calzare zaino e scarponi e dirigersi verso l’Alpe Ciamporino, se non si ha paura di precipizi e dirupi e se si hanno mani forti per tenersi alle catene: qualcosa mi dice (magari sbaglio) che Tu, a questo punto, non possa emozionarti alla delicata fioritura della vegetazione  alpina…


Il mio consiglio è di mandarci il marito con la macchina fotografica e di aspettarlo all’Alpe, controllando prima, con attenzione, l’adesione della suola alla tomaia dello scarpone: mi ha detto, riservatamente, di averne perse due nell’ultimo periodo... Nell’attesa potresti andare a vedere la mungitura. Ti auguro di essere fortunata come me: non sono il Segantini dello smartphone?


Tuo.

k

giovedì 2 maggio 2019

Pollone, terra di frontiera

Cara Milia (1), Pollone è un paese al sole, orientato proprio bene. Sta nelle Alpi Biellesi e guarda l’alta pianura piemontese. 

La pioggia che cade nei suoi confini finisce nel torrente Oremo, questo va nell’Elvo. Quindi, orograficamente, siamo in Valle Elvo ma vicinissimi alla Valle Oropa: quella del famoso Santuario.



Pollone (BI)  foto Vittorio Canepa (ingrandite la foto per vederla al meglio)

Però un conto è l’orografia, un altro la tradizione. Diversi anni fa, per lavoro, giravo in Trentino accompagnato da un conosciuto e saggio forestale. Questo mi diceva: …Cavalese, Predasso son in Val de Fieme.  Vigo, Canazei in Val de Fasa. Moena so dee putane: quando va ben son fiamasi, quando mal, fassani… e viceversa…

Pollone è un po’ così. Oggi il cognome più diffuso è Ramella con una aggiunta per capirsi: Trafighet, Pralungo, Pezza, Minè… ma 2/300 anni fa non ce n’era nessuno. Sono arrivati tutti dalla Val d’Oropa. Nel 1600 era spopolata, così i capi di allora ne hanno pensata una molto astuta. Hanno invitato i Walser della Val Sesia a colonizzare la Valle.

I Walser sono colonizzatori per antonomasia, li chiamano “le sentinelle tedesche del Monte Rosa” e hanno una storia strepitosa. Te la racconterò un’altra volta. Questi tedeschi hanno accettato. I più venivano dal paese di Rimella (VC) quindi, per tagliare corto, li identificavano con il luogo di partenza: da Rimella… Ramella. 

E via, senza tanti problemi: erano gente pratica, non legalistica e burocratica come oggi... Con il tempo si sono mescolati alle popolazioni vicine, soprattutto a quelle delle frazioni alte di Biella (Favaro, Cossila...) e Pollone, hanno dimenticato la lingua d’origine e ne hanno imparata un’altra: il patois biellese. Hanno però mantenuto la testa dura e la cura per i prati e i pascoli del posto, come nelle loro alte montagne.


Quindi, secondo me, che non sono nato a Pollone ma ci sono arrivato piccolissimo,  che ho sposato una Ramella (pollonese da enne generazioni),  che ho sempre abitato nelle zone sud e sud-est del paese e lavorato 35 anni nella Comunità Montana Valle Elvo, Pollone è culturalmente Oropense. Ma è luogo di frontiera, quindi, altri, possono pensarla diversamente... 

Leggi anche: Ci vediamo in paradiso

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1) Emilia è un’amica che abita a Bologna. L’ho conosciuta in modo avventuroso. Ha amici nel Biellese e, di tanto in tanto, trascorre qualche giorno.  E’ una donna curiosa e mi fa sempre domande. Mia moglie dice che anche io sono curioso così…

mercoledì 27 febbraio 2019

Nonno Tony, passione rodeo



 Domenica sera  3 dicembre 2018, tornando dal pranzo sociale dei "Pescatori di Sant' Eurosia" (evento al quale ha pensato per 7 giorni), il nonno (83 anni) ha avuto un incidente in auto. D'altra parte il suo sport preferito è sempre stato "il rodeo". Aveva un nome lungo: Ramella Minè Mario Antonio; il 90% di chi lo conosceva (un mare di gente) lo chiamava "Tony", pochi vicini di casa "Gamin".

Al momento dell'incidente aveva un tasso alcolemico appena sopra la soglia legale: nessuno mai l'ha visto ubriaco. Non aveva la cintura: non l'ha mai messa... odiava gli obblighi statali e una grossa pancia lo ingombrava. .. Gli sono scoppiati gli airbag. Ha rotto 2 o 3 costole, un polso, il setto nasale e aveva diverse emorragie addominali. 

Nonno Tony con nipote Teo - 1998 circa


È arrivato al Pronto soccorso, é stato preso in cura dalla Maria Lucia - anestesista sua vicina di casa - che lo conosceva benissimo. È stato ricoverato in Rianimazione e pareva stare "bene". Lunedì pomeriggio il medico del reparto (che conosciamo) ci ha detto di non illuderci troppo. Era preoccupato per la somma interminabile di patologie da cui era affetto. In serata, per la seconda volta della sua vita avventurosa, gli hanno impartito il Sacramento degli infermi (avrebbero dovuto essere 10...). Nella notte, curato da un altro giovane medico pollonese, ha avuto un peggioramento. È stato intubato e, per complicazioni cardiache, è tornato al suo posto presso il Padre.

Non si sa quando ci saranno le liturgie funebri: per via dell'incidente deciderà il magistrato se dovrà avere una autopsia. Sarà la prima e ultima volta che un funzionario statale deciderà per lui... Era leggermente fuori tempo e luogo, era un uomo di frontiera. Il suo posto d'elezione avrebbe potuto essere il Wyoming del 19mo secolo... Non ha mai sentito parlare del First Amendment della Costituzione Americana (all'ingrosso: prima viene la Persona e la sua Libertà, lo Stato viene dopo) ma lo incarnava. Nessuno mai gli ha impartito un ordine, salvo sua figlia.

Avrà allevato 10.000 vacche e passato 1.000 giorni al Pronto soccorso. La Medicina d'urgenza gli deve un mucchio di vivente esperienza...  Fino a 3-4 anni fa é sempre stato mite e gentile, poi le 100 malattie lo hanno un leggermente incattivito... I suoi cani, oggi, non hanno mai abbaiato... 

Leggi anche: Il Destino senza buonsenso

giovedì 24 gennaio 2019

Miele Pratibei a Tokyo



Cristina ci ha chiesto la possibilità di mettere pochi alveari nei nostri prati. Questa estate erano  sei casette. Molti amici hanno voluto provare il sapore del nostro miele. Ha avuto successo, è arrivato anche a Tokyo. Potrebbero essere grattacieli di qualunque posto ma, aguzzando la vista, potrete scorgere la Tokyo Tower: uguale alla Tour Eiffel ma rossa e bianca... Il valore di quel vasetto in città potrebbe essere di 20/25 euro...

Leggi anche: Le lasagne di Gesù

sabato 12 gennaio 2019

Ignoranti ed empi


Viviamo in tempi di confusione terribile, in cui s’ignora quel che bisogna sapere e si sa quel che bisogna ignorare, si è ignoranti ed empi...



Victor Hugo - I Miserabili - Parte seconda, libro ottavo, capitolo III. Madre Innocente

La Madre superiora del Convento del Petit Picpus è a colloquio con M. Fauchelevent, il giardiniere, che le suore chiamavano Papà Fauvent. In gran segreto la donna confida all’operaio che quella mattina era morta una vecchia e santa suora: madre Crocefissione… Il “consiglio” delle suore anziane aveva decretato che avrebbe dovuta essere sepolta sotto l’altare della cappella, ma le leggi napoleoniche lo vietavano…  ...leggi tutto nella traduzione italiana de "I Miserabili"  

Questo pezzo mi ha sempre colpito per il “crescendo” del monologo e per la lapidarietà del giudizio finale. Lo leggevo sempre riferito “ad altri”, per esempio ai politici. In ultimo ho iniziato a riferirlo a me perché: "chi crede di stare in piedi, guardi di non cadere..."