giovedì 25 maggio 2023

Sudore, lacrime e polvere di cappuccino

    Lunedì 8 maggio 2023. Volevo andare in Valsesia a pedalare in salita, ma, più guardavo le montagne, più pensavo che, per prendere acqua là, tanto valeva risparmiare carburante. 

    Ho parcheggiata vicino alla confluenza torrente Cervo e Oropa, Biella City. In bici sono salito ad Andorno, poi Vaglio Colma, Selve Marcone, Callabiana e Camandona - Santuario Mazzucco. 

    Dal Santuario (900 m ca) parte la "Strada all'Alpe“ per il Bocchetto Sessera. Storica via di monticazione, rifatta, in ultimo, a nuovo. Bellissima, se hai un trattore o un fuoristrada... Se hai una bici, scendi e spingi. C'era scritto 1,15 h, inteso "a piedi con zaino". Credo di avercene messe almeno due. A forza di pousser mi venivano i crampi alla coscia appena sopra il ginocchio. 

 

Camandona BI Santuario S. Anna del Mazzucco

     

    Favoleggiavo uno spuntino all'osteria del Bocchetto (m 1.4000 ca), che é gestito da gente che conosco, almeno fino a qualche tempo fa. C'era 'l nebiun. Sono arrivato sfatto verso le 14,15 (ho pensato al Calvario!) . Rifugio chiusissimo, in effetti, salendo, mi era passato per la mente che era lunedì... 

    Un freddo... Mi sono messo tutto quello che ho trovato nella borsa. Per fortuna non avevo ancora tolto la roba invernale: berretto lana e guanti!  In discesa, con juicio. È uscito un sole velatissimo. Pensavo: adesso verrà caldo. Invece - nel giro di pochi secondi - é cominciato a piovere...forte. Mi sono riparato sotto a un faggio.

 

Strada all'Alpe per Bocchetto Sessera

 

    Poi, visto che non potevo stare li tutto il pomeriggio, sono ripartito. La testa e il tronco sono riuscito a tenerli al caldo e all'asciutto, le gambe (braghe corte, pelle di gallina) e i piedi, no! Ero in discesa e ingessato. C'era qualcosa in più del bagnato e del freddo: non riuscivo a capire. A un certo punto mi sono fermato e ho capito (strana sensazione): avevo un bisogno pazzesco di fare la pipí. Il cervello leggeva che c'era qualcosa che non andava, ma non indirizzava "lo stimolo"! O, forse, l'Halzeimer comincia cosi... 

    Circa 25 km di discesa, 10 sotto l'acqua. Dalle 17 sono a casa. Ho tolto tutto il vestiario bagnato e messo il pigiama e un maglione islandese spessissimo. Le calze di lana, fatte con i ferri chissà da chi, che usa la Zlata (nipote putativa, 9 anni) a mo' di pantofole. 

    Non avevo mangiato niente, visto che il rifugio era chiuso, ma mi attanagliava il brusa coer (acidità di stomaco). Alla fine, per merenda, mi sono preparato "latte, polvere al gusto di cappuccino e biscotti". 50 km tondi e, domani vedo, almeno 900 m dislivello. 

Sono un vecchietto sportivo 😉