martedì 26 febbraio 2008

Alla Schneider a "vedere" la lezione della memoria


Giovedi' 31 gennaio 2008 e' comparso - sul giornale Eco di Biella - questo articolo sulla Mostra che il Centro Culturale Piola ha presentato su Vasilij Grossman.

L’altra settimana, nell’ambito del Giorno della Memoria, a Villa Schneider è stata inaugurata la mostra documentaria del capolavoro dal titolo “Vita e destino, il romanzo della liberta’ e la battaglia di Stalingrado” che illustra il capolavoro di Vasilij Grossman “Vita e destino”. Nell’occasione l’assessore Salivotti, che ha fornito un prezioso contributo per la realizzazione dell’evento, ha ricordato come la cultura non ha bandiera politica, ma costituisce un contributo insostituibile al dialogo ed alla costruzione di una società più giusta. Ha poi ringraziato gli organizzatori per l’opportunità che la mostra gli ha offerto di scoprire il capolavoro di Grossman. E’ intervenuto ancheil professor Michele Rosboch (università di Torino) presidente del Centro Culturale “Piergiorgio Frassati” uno dei curatori della mostra che ha raccontato come l’ idea della mostra sia nata durante una cena, tra amici che, condividendo una compagnia cristiana, desideravano, per sé e per altri, approfondire la “provocazione” che il volume, drammaticamente, contiene. E ha documentato come questo tentativo abbia costituito una grande occasione di incontro con tutti. Innanzitutto con la Comunità Ebraica di Casale, nella persona della Sig.ra Claudia de Benedetti, che della Comunità è Presidente.In rappresentanza di questa comunità è poi intervenuta Claudia Calcagno, il cui intervento, nella sua interezza, è riportato di seguito. Infine Costante Giacobbe, appassionato cultore della cultura russa, e di Grossman in particolare, ha introdotto la mostra con una breve, ma vibrante, visita guidata.
Non si sono sentite parole formali o di circostanza. Si è creata invece, tra i tanti partecipanti, una simpatia immediata e profonda di fronte alla presentazione di un capolavoro che ha il pregio di porre il lettore di fronte alla più dura e disumana realtà del ventesimo secolo e, contemporaneamente, alle domande più profonde e personali sul senso della realtà e di se stessi. Grossmann parla di noi, in modo sorprendentemente attuale. E’ un libro che bisogna leggere, è una mostra che bisogna vedere.

Paolo Ramaioli

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