Stiamo
parlando dei primissimi tempi del Cristianesimo.
«Sono convinto
che la forza di persuasione della setta cristiana si basasse soprattutto sulla capacità di
ispirare gesti che lasciavano a bocca aperta, gesti − e non soltanto parole −
che contraddicevano i normali comportamenti degli uomini. Gli uomini sono
così, non c’è niente da fare: i migliori tra loro vogliono [...] bene agli
amici, e tutti vogliono male ai nemici; preferiscono essere forti anziché
deboli, ricchi anziché poveri, grandi anziché piccoli, comandare anziché obbedire.
È così, è normale, nessuno ha mai detto che era male. Non lo dice la saggezza
greca e nemmeno la religione ebraica. Ora saltano fuori degli uomini che non
soltanto dicono, ma fanno esattamente il contrario. All’inizio nessuno ne
afferra la ragione, nessuno capisce a che giovi quell’assurda inversione di
valori. Poi qualcuno comincia a vederci chiaro. Comincia a capire a cosa
giova, ossia quanta gioia, quanta
forza, quanta
intensità guadagna la vita da quella condotta in apparenza insensata. E allora
non ha più che un unico desiderio, fare come loro».
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