martedì 25 dicembre 2018

S. Natale 2018 - La drammaticità


Dal punto di vista teorico il Cristianesimo non è una roba difficile. Viene un bimbo piccolissimo, il figlio di Dio, quello che ha fatto tutte le cose, quelle visibili e quelle invisibili,  e ci invita a passare dall’autosufficienza alla dipendenza. Dalla affermazione di sé, alla dipendenza da un Altro. A superare la frattura tra le proprie misere angustie e aprirsi alla Realtà tutta intera: non continuare a misurare la propria stanza ma “spalancare la finestra”.


Santuario Madonna di Campra - Graglia (BI) 


La drammaticità è esistenziale. Se c’è un ferro che piega a destra e lo vogliamo raddrizzare, lo si surriscalda e lo si batte, fino a dargli la forma che vogliamo. Invece, se un giunco verde è stato piegato in un certo modo, ed è rimasto così per un anno o dieci, occorre fare una fatica tremenda per dargli un’altra forma. Noi “umani” siamo giunco e non metallo. I Santi e l’uomo distratto (o dimentico) vivono la stessa drammaticità esistenziale. Di aiuto c’è la Grazia e l’ascesi che si scoprono nella Chiesa: Mater et magistra.

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